I fumatori sono i migliori consumatori al mondo: fedeli, puntuali, indifferenti alle conseguenze. Lo so perché per 15 anni sono stata un’accanita fumatrice e per altrettanti anni una perfetta consumatrice. Poi le cose sono cambiate.
Il 3 giugno 2013 ho smesso di fumare. Dopo 15 anni di onoratissima carriera – a ritmi di un pacchetto al giorno, per 365 giorni all’anno e per un costo totale di 20.000 euro più o meno – ho detto addio alle sigarette. Era un lunedì mattina, ero in cucina con il mio compagno, lui stava per andare al lavoro e come al solito eseguimmo il caro vecchio rituale: caffè, sigaretta… bagno. Solo che quella sigaretta per me fu l’ultima.
Lo sapevo. La sera prima avevo terminato di leggere il libro È facile smettere di fumare se sai come farlo di Allen Carr e sapevo che avrebbe funzionato.
Aveva funzionato già un’altra volta, anni prima. Anche allora ce l’avevo fatta ma dopo un anno c’ero ricascata. Solo una! mi ero detta, sapendo benissimo che non sarebbe stato vero.
Ma questa volta era diversa. Ero diversa io. Perché? Perché stavo vivendo uno dei periodi più bui della mia vita, perché stavo toccando il fondo e perché sentivo nel profondo che l’unico modo per fare qualcosa era partire da me.
Da 5 mesi avevo perso il lavoro. Il senso di fallimento era enorme. Ma ancora più grande era il senso di smarrimento. Io a quel lavoro ci credevo, era quello per cui avevo studiato, quello per cui mi ero tanto impegnata. Mi piaceva. Mi identificavo con quello.
All’inizio pensi che con il tuo curriculum, con le tue conoscenze… qualcosa salterà fuori, qualcosa troverai... Passavano i mesi e niente. Ero impigiamata e avvilita. Persa. E senza una lira. Con un mutuo trentennale sulle spalle, una vita sociale che non mi potevo più permettere e un macigno sullo stomaco che mi toglieva – letteralmente – il respiro.
Lì, mentre mi disperavo per aver perso qualsiasi forma di controllo sulla mia vita, ho realizzato che non era così: potevo controllare le mie azioni. Potevo ripartire da me. Per esempio, viste le ridottissime possibilità economiche, potevo iniziare dallo smettere di buttare soldi per avvelenarmi.
C’è una frase che i fumatori si ripetono sempre: smetterei, ma non è il momento giusto. Il problema è che non è mai il momento giusto. O almeno, io in 15 anni, questo momento giusto non lo avevo trovato. Invece ho trovato il momento più sbagliato di tutti. Non sapevo più chi ero né cosa avrei fatto del mio futuro, ma sapevo che non avrei più usato i miei – pochi – soldi in quel modo. Da quel giorno non ho più toccato una sigaretta.
Quello che mi è successo dopo ha dell’incredibile. Ho intuito in che trappola mi ero cacciata e – per la prima volta – ho percepito il potere enorme che avevo nelle mie mani: il potere di scegliere.
Quella domanda:
…perché devo pagare per avvelenarmi?
ha iniziato a macinarmi in testa. Non erano solo le sigarette, erano tantissime le cose per cui spendevo soldi, tempo ed energie e delle quali avrei potuto fare a meno. Anzi! Sarei stata meglio facendone a meno.
I fumatori sono i migliori consumatori al mondo: fedeli, incalliti, costanti, indifferenti alle conseguenze. Per 15 anni con ogni tempo, in ogni luogo, in qualsiasi condizione sono stata in grado di trovare un tabaccaio e qualche euro per fumare. Quello del fumo è un meccanismo davvero ben congegnato, replicato e replicabile alla maggior parte dei consumi, ai tanti bisogni indotti, tanto inutili quanto in grado di creare dipendenza, fisica e mentale, di plasmare la nostra immagine e riempire il nostro tempo.
Quando compro qualcosa non lo faccio con il denaro, ma con il tempo di vita che ho dovuto utilizzare per guadagnare quel denaro… Pepe Mujica docet.
Quanto tempo, quante ore, ho sprecato per comprare cose inutili e dannose? Per me, per l’ambiente, per le altre persone, per questo pianeta… non lo sapevo. Fino a quel momento non c’avevo mai pensato.
Avete presente il criceto che corre sulla ruota? Talmente affannato nel correre da non accorgersi di non andare avanti? Ecco, smettendo di fumare è come se mi fossi accorta per la prima volta di essere sulla ruota. E di poter scendere, semplicemente fermandomi.
Da quel momento in poi ho iniziato ad informarmi. Ho iniziato a leggere tantissimo e a guardarmi delle grandi puntate di Report. Così ho cominciato a conoscere le conseguenze dei miei consumi: dopo il fumo è stata la volta del cibo, poi dei prodotti per l’igiene personale, della pulizia della casa… mi si è aperto un mondo, un mondo di consapevolezza e di alternative, di incontri fortunati, bellissimi, di incredibili persone e di nuove abitudini.
Oggi sono una persona diversa e ogni tanto ci penso a quell’ultima sigaretta, a quel tremendo sapore in bocca, all’odore delle dita, ai soldi sprecati, al fiato che mancava… e poi penso a tutto quello che è successo dopo. A quanto sia stato facile e a quanto oggi sia felice di averlo fatto.
Storia felice di una ex consumatrice inconsapevole
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