Vivere senza supermercato mi ha fatto riscoprire il Cibo, con la C maiuscola. Ma non solo: mi ha fatto riscoprire che il cibo è il legame più stretto che abbiamo con il nostro corpo e con il resto del mondo.
Ho mangiato male per una vita. Lo facevo per inerzia, abitudine, ignoranza o arroganza, pensando che fosse giusto o, forse ancor peggio, che fosse normale mangiare così. Del resto, percorrendo per anni le corsie di un supermercato è facile abituarsi a pensare che quello sia il cibo.
Quando ho iniziato a farmi domande e a mettere in discussione le mie abitudini di spesa, e quindi anche quelle alimentari, mi si è aperto un mondo: dall’impatto ambientale del cibo, al peso etico di alcune scelte, dalla questione economica a quella politica legate all’industria alimentare, dalla mia salute al futuro del pianeta e di tutti noi.
Quando si fa la spesa non si mette nel carrello semplicemente il prossimo pasto, ma si influisce su ciò che siamo, su come stiamo e sul mondo in cui viviamo più di quanto si possa immaginare. E quando te ne accorgi, quando inizi a collegare i tasselli di questo schema, poi non puoi più chiudere gli occhi.
Ma soprattutto… Quando ritorni a mangiare cibo vero, a cucinare ingredienti buoni e genuini, non industriali, raffinati o lavorati chimicamente, con l’aggiunta di additivi, conservanti, zuccheri o sale, quando riscopri i sapori e riaffiorano ricordi d’infanzia, profumi e gusti di un tempo – memorabile – che fu. In quel momento capisci che del supermercato e dei prodotti alimentari, non sentirai mai la mancanza.
È per questo che la mia lista della spesa oggi è ben diversa da quella di un tempo. Così come il mio modo di cucinare, il mio appetito (e quello dei miei amici).