Diciamolo, durante le feste quasi tutto ruota attorno al cibo. Quello della tradizione, dicono. Ma siamo sicuri che sia così? Perché di cibi industriali nel passato non c’è traccia. E allora riscopriamola la nostra tradizione.
Come? Torniamo a far vivere le ricette della nonna, quelle che di certo non prevedono cibi esotici o fuori stagione, farine e zuccheri raffinati, conservanti e coloranti. Riscopriamo le pietanze fatte in casa, magari cucinate in compagnia. Così facendo non solo metteremo in tavola piatti a dir poco appetitosi, cucinati con amore e con materie prime di qualità, ma magari riscopriremo anche la gioia di condividere il momento della preparazione che si sa, soprattutto per i più piccoli, può essere davvero magico.
Ma andiamo con ordine perché prima di cucinare dobbiamo comprare ciò che ci serve e una volta detto addio ai supermercati le scelte – incredibile ma vero – sono tantissime. Se viviamo in zone di campagna possiamo rivolgerci direttamente ai contadini, piccoli produttori e realtà della zona, mentre se viviamo in città possiamo andare nei mercati, scovare botteghe di quartiere, negozi che vendono sfuso o acquistare tramite gruppi d’acquisto solidale.
Magari dedichiamo il tempo sottratto ai parcheggi e alle code alla cassa, per conoscere chi ha prodotto il nostro cibo. E facciamo in modo di comprare cose davvero buone: genuine, biologiche, a chilometro zero e di stagione.
Meglio se senza imballaggi. Cosa impossibile quando si compra al supermercato e invece fattibilissima se si compra direttamente dal produttore. Evitiamo la plastica in ogni sua forma. E magari rispolveriamo quei bellissimi servizi della nonna, con tanto di tovaglioli abbinati. L’usa e getta in tavola non solo non è esteticamente piacevole né sano, ma ha un impatto ambientale grandissimo.
E, anche se è festa, proviamo a ridurre i derivati animali. Ormai è risaputo che questi hanno un impatto ambientale, sanitario e umano davvero altissimo e di certo non c’è bisogno di incrementarlo ulteriormente.
Ultimo ma non ultimo: evitiamo gli sprechi! Secondo il Codacons almeno il 20% del cenone finisce nella spazzatura (dati 2017). Spendiamo oltre 2,9 miliardi di euro per imbandire le nostre tavole in occasione del cenone della Vigilia e del pranzo del 25, e poi buttiamo via gran parte del cucinato. Non è possibile! Mettiamo da parte l’ormai classica tendenza all’abbondanza e, proprio perché è Natale, torniamo alla sobrietà. Che non significa rinuncia. Piuttosto moderazione, che di eccessi ce ne sono abbastanza.