Senza supermercato: 10 consigli utili per una spesa più consapevole… testati uno per uno e garantiti da chi li mette in pratica tutti i giorni!
Pensate che vivere senza supermercato sia impossibile, difficilissimo, dispendioso o complicato? In realtà è molto più facile a dirsi che a farsi. Non ho formule magiche ma posso dirvi che si può fare. Si può fare unendo un po’ di senso pratico a qualche buona intuizione e a qualche sana motivazione; si può fare mettendosi in discussione, iniziando a informarsi, ad ascoltare e a confrontarsi; si può fare eliminando un po’ di superfluo e ridefinendo le proprie abitudini. Ho provato a stilare una sorta di decalogo, 10 suggerimenti nati dalla mia esperienza, che ripeto: non vogliono essere leggi universali o verità assolute… solo qualche input, a cui magari – se ritenete – potete dare seguito.
- Mettiamo in discussione le nostre abitudini: basta con le frasi del tipo “è sempre stato così” e “così fan tutti”. Se percepiamo quel tintinnio che ci dice che qualcosa non va, la prima cosa da fare è aprire la nostra mente, drizzare le antenne e iniziare a dubitare. La seconda cosa è agire. Le nostre azioni influiscono sul nostro benessere e su quello del pianeta. Prendiamoci ogni giorno le nostre responsabilità e iniziamo a dare il giusto valore agli acquisti che facciamo.
- Impariamo a leggere l’etichetta: quelle parole troppo piccole, illeggibili, sono la vera chiave di volta. Lì non c’è tutto ma c’è tanto di quello che dovremmo sapere. E se l’etichetta è lunga, se è piena di sigle strane e nomi incomprensibili, o se i nomi si conoscono e non lasciano intendere nulla di buono, ecco… riponiamo la merce in questione e andiamo oltre. C’è sicuramente un’alternativa più semplice, sostenibile e salutare. E se non c’è, di certo esiste il modo di autoprodurla.
- Boicottiamo le marche e i prodotti che non rispettano l’ambiente, i lavoratori e i consumatori: i prodotti che arrivano da zone in cui non sono garantiti i diritti dei lavoratori e i prodotti che nascondono le proprie origini, o che hanno percorso migliaia di chilometri prima di arrivare a noi, il cibo spazzatura, la frutta e la verdura fuori stagione e quella coltivata con pesticidi, le merci con molti imballaggi e quelle supportate da pubblicità ingannevoli.
- Riduciamo o eliminiamo i derivati animali e soprattutto quelli provenienti da allevamenti intensivi (una delle piaghe ambientali, sanitarie ed etiche più grandi dei nostri tempi).
- Autoproduciamo: per generazioni e generazioni l’umanità è andata avanti grazie all’arte del saper fare. Un’arte che oggi è stata sostituita dalla molto meno nobile pratica del comprare. Bene, è arrivato il momento di riappropriarci delle nostre abilità. Autoprodurre, riparare, riciclare, creare, sono sinonimi di indipendenza e libertà, oltre che di responsabilità.
- Privilegiamo le materie prime e i prodotti sfusi: ormai sempre più negozi hanno distributori alla spina e offrono la possibilità di riutilizzare i contenitori.
- Scegliamo la filiera corta e il contatto diretto coi produttori. Instauriamo rapporti di fiducia e guardiamoci in faccia. La filiera corta permette di ammortizzare i costi economici e ambientali del trasporto e dello stoccaggio, ma è soprattutto un modo per sapere da dove arrivano i prodotti che acquistiamo e a chi vanno a finire i nostri soldi;
- Compriamo biologico. Che non significa necessariamente scegliere il bio certificato (quello, per intenderci, che al supermercato ha un reparto apposito, una confezione ultra chic e che di solito costa il triplo, non tanto per la qualità ma per pagare intermediari, imballaggi e garanzie). Grazie alla filiera corta, ai Gas, agli spacci contadini e ai mercati, il biologico oggi può essere alla portata di chiunque: sporco di terra, con una lumachina attaccata o dentro una cassetta riciclata. Buono, sano e con un prezzo congruo, in grado di restituire dignità al lavoro di chi lo produce.
- Pensiamo al nostro benessere: apriamo gli occhi e smettiamola di pensare che tutto ciò che è buono o fa male o fa ingrassare o è illegale. Non è così! Noi stessi siamo i primi artefici di come stiamo: se adottiamo pratiche sane e buone (davvero buone!) il nostro corpo e la nostra mente ce ne saranno grati. Liberiamoci dai falsi bisogni indotti da marketing e pubblicità, torniamo ad ascoltarci e a scegliere ciò che ci fa stare (davvero!) bene.
- Riscopriamo il senso di comunità. In una società basata sul consumismo e sull’individualismo, ristabilire legami tra le persone, conoscersi direttamente, far parte di gruppi d’acquisto, incontrare i produttori, ricominciare a fare e a scambiare cose e conoscenze, può essere davvero appagante, utile, rivoluzionario.
Storia felice di una ex consumatrice inconsapevole
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7 commenti
Nel quartiere Magliana il mercato rionale sta quasi morendo: vi sono 6 o 7 supermercati che hanno “messo a terra” tutti i piccoli negozi a conduzione familiare! Da anni parlando con le persone cerco di convincerle a non acquistare alcuni prodotti, risposte: “A ME PIACE! – MICA FA MALE” Come si può ragionare con certa gente?!?
Non si può 🙂 Ma si può dare l’esempio, mostrare come si può vivere meglio e magari far riflettere sulle connessioni tra: grande distribuzione – sfruttamento del lavoro/chiusura delle piccole e medie imprese locali – situazione attuale, per esempio…
Poi ognuno ha i suoi tempi e i suoi modi… convincere credo sia difficilissimo. Coinvolgere invece è più semplice e divertente, almeno per me 🙂
Ebook ?
Qui 🙂
http://www.terranuovalibri.it/ebook/dettaglio/elena-tioli/vivere-senza-supermercato-9788866812791-236125.html
(scusa il ritardo!)
Non capisco dove posso trovare i siti per comprare e risparmiare visto che io sono di Martinengo in provincia di Bergamo. Non so se dalle mie parti ci sono negozi di cui parlate tanto sul risparmio
Ciao Miriam, molti siti sono virtuali e molti negozi anche se reali accettano ordini online e consegnano ovunque. Quindi non dovresti aver problemi… guarda su https://www.macrolibrarsi.it/partner/index.php per esempio 🙂
Io uso il Gas vado ne campi, ma sono obbligata ad andare al super…noi siamo 4 persone ed anche se spesso pasta e pane li faccio da sola non posso permettermi pasta a 6 e. Al kg