Dopo settimane di martellante campagna politica e mediatica sull’importanza di sterilizzare tutto, pulire bene, non lasciare spazio a virus e batteri le case degli italiani si sono riempite di disinfettanti commerciali.
Prima fra tutti: la candeggina. Da sempre un must nel nostro Paese, negli ultimi tempi è diventata una delle merci più ricercate e consumate. Ma siamo sicuri che tutta questa “pulizia” faccia davvero bene alla nostra salute? In realtà no.
Candeggina: leggiamo l’etichetta
Basta girare la confezione per avere un’idea degli effetti collaterali di questo detergente. In etichetta, in genere, si trovano un paio di punti esclamativi, un pesce morente e una croce nera. Cosa significano è presto detto: provoca irritazione cutanea, grave irritazione oculare, è molto tossico per gli organismi acquatici ed estremamente irritante.
Ma non solo. L’etichetta ci dice anche di non utilizzare mescolato con altri prodotti perché può formare gas pericolosi. Estremamente pericolosi. Per dire: mescolando ammoniaca e candeggina si sprigiona la clorammine, una sostanza che è causa di tosse, respirazione difficoltosa, dolore al torace, nausea, lacrimazione, irritazione oculare e delle vie respiratorie. Quando va bene. Se va male può portare alla morte.
L’inquinamento indoor
Insomma stiamo letteralmente rischiando la vita, ma a che pro? In realtà nessuno. Anzi. La lotta a germi e batteri con detergenti tossici e aggressivi, unita a un insieme di sostanze nocive presenti all’interno delle nostre case dovute, per esempio, a muffe, fumi, vernici sintetiche e colle pesanti dei mobili, ha fatto sì che le nostre abitazioni siano più inquinate del centro di una grande metropoli nell’ora di punta.
Con che conseguenze? Un indebolimento del nostro microbioma così significativo da causare l’aumento di allergie e l’abbassamento delle nostre difese immunitarie.
Uno studio della Household Air Pollution Commission, afferma inoltre che l’inquinamento domestico è causa di 4 milioni di decessi all’anno. A cui si aggiungono circa 800 milioni di persone che rischiano di contrarre asma, polmonite o tumore del polmone.
A farne le spese sono i più piccoli…
A farne le spese come sempre sono i più piccoli: bambini e animali domestici. L’Organizzazione Mondiale della Sanità riferisce che circa la metà dei decessi di bimbi sotto i cinque anni a causa di malattie respiratorie è legata proprio all’inquinamento indoor.
Che fare quindi? Arieggiare, innanzitutto. E magari sostituire questi prodotti dannosi con alternative più sane ed ecologiche come il percarbonato di sodio (una sorta di candeggina naturale, utile sia per pulire i pavimenti che per lavare i panni in lavatrice), disinfettanti e detergenti biologici e oli essenziali naturali per profumare.