La famiglia Iemma è una delle meravigliose realtà che fanno parte del mondo dei Gruppi d’acquisto romani. Una realtà di agricoltura locale e biologica che stava fallendo a causa delle logiche della grande distribuzione di mercato ma che ha ripreso vita grazie all’unione e all’attivismo di tanti consumatori consapevoli e al supporto di alcune Cooperative locali romane (La Nuova Arca e Aria).
Tutto ha inizio nel 2007 quando, a causa della concorrenza al ribasso nel mercato e del prezzo insufficiente pagato dalla grande distribuzione, l’azienda Iemma rischiava di fallire.
Per i piccoli fare i conti con le regole dettate dalla GdO è pressoché impossibile. Basti pensare che un kg di arance per il mercato del fresco vengono pagate al produttore tra i 13 e i 15 centesimi per capire quanto sia improbabile stare al passo senza ricorrere a pratiche davvero poco etiche e dignitose. Se già un agricoltore con queste cifre non riesce a campare, figuriamoci se riesce a corrispondere un giusto stipendio e contratto ai propri dipendenti. Di 15 centesimi al chilo solo 8 centesimi vanno ai lavoratori, 4 per i braccianti in nero, 2 per gli stagionali di Rosarno. Poi magari lo stesso Kg al supermercato viene venduto a 1,10, 1,40 euro al kg (di cui appunto il 35-50% è costituito dal ricarico della grande distribuzione organizzata)[1]. Sorte addirittura peggiore è riservata alle arance impiegate per fare il succo: al supermercato 1 litro costa a dir tanto 1,80-2 euro. Questo prezzo, imposto dal mercato, è decisamente inferiore al prezzo che servirebbe a coprire la produzione reale (che si aggira attorno ai 2,70 euro al litro).
Insomma Giuseppe, come tanti altri, schiacciato da queste dinamiche stava per chiudere bottega. L’ultimo tentativo lo fece il figlio Antonio che trasferito per lavorare come insegnante a Bologna, iniziò a far circolare la voce tra i Gas locali che iniziarono ad aderire e supportare l’azienda.
Per venire incontro alle richieste dei nuovi Gas acquirenti gli Iemma si convertono al biologico e nel 2011, dopo oltre due anni di peripezie, ottengono la certificazione. Grazie alla coltivazione bio la produttività dell’aranceto aumenta e con essa il numero dei gruppi d’acquisto coinvolti.
Ben presto la famiglia Iemma si vede garantita la vendita di tutta la produzione. È un successo. Che però non piace a tutti: l’estate successiva l’azienda subisce diverse intimidazioni e il furto di tutti i costosi prodotti per le cure del biologico. L’incidente non basta a fermare il progetto che ormai ha preso piede: in pochi anni si è attivato un vero e proprio circuito virtuoso di Altra-economia sostenibile e solidale, la produzione ora è biologica, nessun prodotto chimico viene più utilizzato in quei terreni e sono state condivise modalità etiche di raccolta e di trasporto.
Oggi questa famiglia riesce a ricavare un sostentamento dal proprio lavoro. Antonio, il figlio emigrato al nord in cerca di lavoro, nel frattempo ha studiato agricoltura biologica e sta pensando di tornare a casa per aiutare il padre. Il lavoratore, prima assunto con contratto stagionale è stato contrattualizzato a tempo pieno. Nel mentre anche le amministrazioni locali sono state costrette a riconoscere l’importanza della loro realtà e a costruire – finalmente come si deve – le infrastrutture e i collegamenti necessari per arrivare in azienda.
Ma non solo: tanti dei i Gas coinvolti nel Progetto Arance Calabresi hanno dato vita ad ARIA – Agricoltura Responsabile per l’Integrazione e l’Ambiente: una Società Agricola Biologica, una Cooperativa Agricola e Sociale, di Lavoro e Conferimento, un’Impresa che nasce dal Basso essendone Soci gli stessi Gas e i consumatori critici.
Insomma , una favola davvero a lieto fine! Che dimostra quanto forza abbiamo nelle nostre mani, ogni volta che facciamo la spesa, ogni volta che sbucciamo un’arancia! Volete mettere il sapore di un frutto che ha dietro questa storia quanto è di gran lunga più buono, intenso e sano?
E se state pensando: si vabbé, ma quanto ti costeranno a te le arance?!
1 cassa, che ne conta circa 15 kg, la pago 19 euro, 1,26 euro al kg. Tanto? Poco? Non importa se è il giusto per pagare dignitosamente chi queste arance le ha coltivate, raccolte, trasportate. Chi si è preso cura di quel pezzetto di terra, senza avvelenarla, sfruttarla o devastarla. Chi ha trattato con rispetto i propri dipendenti, ha pagato le tasse e ha innescato un’economia diversa: più solidale, etica e giusta.
2 commenti
Ciao, Elena! Dove posso comprarle queste arance? Considera che io sono di Roma! (ma ho una connessione internet, comunque) Grazie!
Ciao Maurizio, al Gas Utopia a San Paolo abbiamo fatto il primo ordine, ma ne verranno altri 🙂
Se vuoi unisciti a noi. Se non sei comodo anche altri Gas di Roma comunque si riforniscono da Iemma.
Di che zona sei?