Natale senza supermercato, impossibile? Forse no. Eccovi 5 consigli pratici e (speriamo) utili per un Natale più sostenibile, economico e felice, fuori dalla Grande Distribuzione, dentro il magico mondo del consumo critico, etico e solidale.
1. Tutti a tavola, come una volta.
Diciamolo, durante le feste quasi tutto ruota attorno al cibo. Quello della tradizione, dicono. Ma siamo sicuri che sia così? Perché di cibi industriali nel passato non c’è traccia. E allora riscopriamola la nostra tradizione. Torniamo a far vivere le ricette della nonna, quelle che di certo non prevedono cibi esotici o fuori stagione, farine e zuccheri raffinati, conservanti e coloranti. Riscopriamo le pietanze fatte in casa, magari cucinate in compagnia. Così facendo non solo metteremo in tavola piatti a dir poco appetitosi, cucinati con amore e con materie prime di qualità, ma magari riscopriremo anche la gioia di condividere il momento della preparazione che si sa, soprattutto per i più piccoli, può essere davvero magico.
Ma andiamo con ordine perché prima di cucinare dobbiamo comprare ciò che ci serve e una volta detto addio ai supermercati le scelte – incredibile ma vero – sono tantissime. Se viviamo in zone di campagna possiamo rivolgerci direttamente ai contadini, piccoli produttori e realtà della zona, mentre se viviamo in città possiamo andare nei mercati, scovare botteghe di quartiere, negozi che vendono sfuso o acquistare tramite gruppi d’acquisto solidale.
Magari dedichiamo il tempo sottratto ai parcheggi e alle code alla cassa, per conoscere chi ha prodotto il nostro cibo. E facciamo in modo di comprare cose davvero buone: genuine, biologiche, a chilometro zero e di stagione. Meglio se senza imballaggi. Cosa impossibile quando si compra al supermercato e invece fattibilissima se si compra direttamente dal produttore. Evitiamo la plastica in ogni sua forma. E, anche se è festa, proviamo a ridurre i derivati animali. Ormai è risaputo che questi hanno un impatto ambientale, sanitario e umano davvero altissimo e di certo non c’è bisogno di incrementarlo ulteriormente.
2. Regali alternativi alla Gdo.
“Montagne di soldi vengono sprecate, in questo periodo dell’anno, per comprare cose che nessuno vuole e di cui a nessuno importa nulla dopo che sono state comprate”. Potrebbe esser stato scritto oggi, in realtà questa frase di Harriet Beecher Stowe risale al 1850. A quanto pare il consumismo natalizio non è una novità. Di certo però, negli ultimi decenni le cose sono decisamente peggiorate. Basta fare un giro in qualsiasi centro commerciale l’antivigilia per ritrovarsi catapultati in una bolgia senza eguali. Ma Natale senza supermercato significa anche questo: risparmiarsi la ricerca del regalo dell’ultimo minuto, evitare il calvario del centro commerciale sotto le feste e, magari, ripristinare il senso originario del regalo. Un dono pensato per chi amiamo.
Ecco qualche esempio di regalo che potremmo fare evitando la grande distribuzione organizzata.
Regali autoprodotti. Usare le proprie capacità per fare i regali ha grandi vantaggi: si donano cose uniche, fatte su misura per la persona che le riceve e ci si diverte creandole. Sferruzzare, lavorare il legno, ricamare, cucire, fare decoupage, cucinare. O ancora: autoprodurre prodotti per l’igiene della casa e per la cura della persona come scrub, deodoranti, creme, balsami… è tutto fattibilissimo, anche senza particolari abilità e, soprattutto, con pochissimi soldi e poco tempo.
Regalare momenti insieme. La cosa più preziosa che abbiamo è il tempo. Per questo regalarlo è di sicuro effetto: una giornata al mare, una gita fuori porta, una cena, una serata al cinema o a teatro, un week end da passare insieme senza cellulare, sono tutti doni che piaceranno sia a grandi che piccini. Basterà “impacchettarli” in un bel bigliettino autoprodotto e il gioco è fatto!
Regalare saperi. Anche regalare le proprie competenze ha molto valore. Spesso è nel lavoro che facciamo confluire la maggior parte del nostro tempo e del nostro sapere. Pensate se quelle stesse abilità le donassimo gratuitamente a chi abbiamo vicino. Il regalo potrebbe essere un sito internet, una consulenza energetica, ripetizioni di inglese, un baby-sitter per una sera, un massaggio gratis, dieci camice stirate!
Regalare prodotti artigianali. Quando si acquista un prodotto artigianale ci si porta a casa una storia. E spesso il valore più grande di un regalo del genere sta proprio in questo: nel lavoro che c’è dietro, nell’esperienza, nella ricerca dei materiali, nella vita della persona che quel regalo lo ha creato. Impiegare un po’ di tempo per conoscerla, questa storia, e per raccontarla magari nel biglietto non ha prezzo.
Regalare cose usate. Detto così può sembrare brutto ma in realtà non lo è. Anzi! Ormai i mercatini dell’usato sono diventati veri e propri paradisi del vintage, dell’oggetto originale, della ricercatezza. Passare un po’ di tempo a curiosare nei negozi di seconda mano è di certo un ottimo modo per avere fonti d’ispirazione e trovare regali particolari a poco prezzo. Qui, inoltre, capita spesso di trovare oggetti nuovi di zecca e addirittura riposti nelle loro confezioni originali. Mentre altri articoli, proprio perché d’annata, acquistano più valore.
3. Alternative alla plastica, per fare un regalo anche al pianeta
Pacchettini, fiocchetti, buste, nastri, sportine, fiocchi, confezioni e chi più ne ha più ne metta. In certi centri commerciali ti danno una busta di plastica persino per infilare le altre buste di plastica che hai al braccio. Ma a che prezzo? Lì per lì nessuno, le buste sono gratis. A pagare caro questo spreco saranno invece le future generazioni quando, un domani non proprio lontano, si ritroveranno a nuotare in un mare di plastica.
Secondo il sito portalasporta.it, 250 milioni di tonnellate di petrolio all’anno sono impiegate nella produzione di plastica. Di queste il 40% viene utilizzato per gli imballaggi. Che non fanno mai una bella fine. Basti pensare che l’80% dei rifiuti che galleggiano nell’oceano è costituito da plastica per intuire che il riciclaggio non è il nostro forte e per capire che non c’è bisogno di altra spazzature del genere in giro.
Anche perché, pure in questo caso, le alternative non mancano. Per esempio il classico pacchetto può essere sostituito da contenitori di latta, vetro o cartone riutilizzabili oppure si può pensare di avvolgere i regali in sciarpe, stoffe o strofinacci. Anche la carta di giornale o i dépliant che riempiono le cassette della posta con le promozioni dei supermercati sono ottime soluzioni. Tanto, diciamocelo, neanche ai bambini interessa la confezione. Casomai il bello resta strapparla.
4. Riduci, ripara, riusa, ricicla! Ovvero: le 4 R della Decrescita.
Una parola temuta della maggior parte degli economisti e delle multinazionali, che diventa una vera e propria bestemmia se pronunciata sotto Natale, quando tutto deve essere nuovo e scintillante.
E invece pronunciamola questa parola e mettiamola in pratica. Riduciamo i consumi: compriamo meno ma meglio. Evitiamo gli sprechi, il superfluo e l’inutile. Ripariamo ciò che è rotto. Riutilizziamo ciò che abbiamo: il vecchio albero, la vecchia tovaglia, rispolveriamo i vecchi addobbi. Ricicliamo tutto il resto. E non solo per questioni di sobrietà, esigenza o sostenibilità. Facciamolo perché far decrescere un certo tipo di consumi significa far crescere molto altro. Per esempio tutti quei bisogni relazionali e spirituali con cui la cara e vecchia economia non può e non vuole fare i conti. Quella ricchezza che nulla ha a che vedere con il denaro o il possesso. E che di certo non è acquistabile in un supermercato.
5. Chiediamoci chi c’è dietro. Ovvero: che sia Natale per tutti
Passare le festività senza supermercato non significa certo rifugiarsi nel regno della grande distribuzione virtuale. Proprio come nella realtà i grandi store online vendono merci dalla dubbia provenienza, molti prodotti arrivano da Paesi in cui non è riconosciuto alcun diritto ai lavoratori o in cui i lavoratori sono addirittura bambini, in cui l’ambiente può essere devastato impunemente e in cui le garanzie di controllo e qualità sono lontane anni luce dalle nostre. Ma non basta. Lo sfruttamento del lavoro è stato ormai sdoganato e anche nel nostro Paese, spesso proprio grazie ai grandi marchi del commercio virtuale, molti lavoratori sono costretti a orari estenuanti e stipendi da fame. I magazzinieri di Amazon sono un caso emblematico di questa situazione allo sbando.
Quindi, se cerchiamo comunque la comodità dell’acquisto in internet, scegliamo ancora una volta di far arrivare i nostri soldi a chi produce nel rispetto dei lavoratori, dell’ambiente e di noi consumatori. Esistono anche sul web piccole isole felici in cui si può trovare di tutto (ma non tutto), di qualità e a prezzi competitivi, per esempio Macrolibrarsi, il Sapone del Bianconiglio, Officina Naturae, Terra Nuova. In questi spazi si trova una garanzia che nessuna grande catena di distribuzione potrà mai dare: quella di sapere chi c’è dietro.
Natale senza supermercato significa semplicemente questo: trascorrere le feste senza devastare (ulteriormente) il nostro pianeta; prendersi davvero cura delle persone a noi care; evitare di regalare a un bambino un giocattolo prodotto da un suo coetaneo; scegliere di non avvelenarsi a ogni abbuffata e di fare del cibo un momento di incontro non solo con chi è seduto a tavola ma anche con chi quel cibo l’ha prodotto; concedersi tempo e concedere tempo a chi si ama.
Insomma, il vero Natale della tradizione. Quello magico, che sa di buono, quello atteso intensamente dai più piccoli, che fa sognare anche i più grandi.