Tutti facciamo politica, la facciamo attivamente, tutti i giorni, anche senza accorgercene. Facciamo politica ogni volta che entriamo in un supermercato, decidiamo cosa cucinare, ci sediamo a tavola.
Scegliamo in continuazione chi favorire e chi boicottare, chi appoggiare e chi contrastare. Scegliamo in continuazione in che mondo e in che modo vogliamo vivere, ma spesso non ce ne accorgiamo. Del resto solo iniziando a fare domande, a porre dubbi e obiezioni, ci può essere qualche possibilità di avere risposte e questo, nella nostra società, non è contemplato. Spesso si va avanti per inerzia, abitudine, ignoranza o arroganza, pensando che lo status quo sia quello giusto o, ancor peggio, quello normale.
Iniziare a chiedersi cosa mangiamo, cosa ci dicono di mangiare e cosa ci fanno mangiare, è un primo, importantissimo, passo verso una consapevolezza che probabilmente andrà oltre la colazione di domani.
Quando si fa la spesa non si mette semplicemente in saccoccia il prossimo pasto ma si influisce sul mercato, sull’economia e sull’andazzo generale di questo mondo, magari ci si potrebbe riflettere di più e cercare di compiere scelte un po’ più accorte.
A questo proposito vi racconto della mia scelta consapevole di non far uso di certi alimenti e boicottare (quasi sempre) i supermercati, entrando a far parte di un Gruppo di Acquisto Solidale.
Il Gas – per definizione: piccolo, locale e solidale – è un’alternativa concreta e fattibile al consumismo malato, nocivo e deleterio a cui ci hanno abituato. Piccolo perché fondato su un’organizzazione semplice, autogestita, in grado di favorire la relazione tra i soci e le esperienze di partecipazione a una vera e propria comunità guidata da determinati principi di sostenibilità e solidarietà. Locale perché basato su canali fiduciari con i produttori, prediligendo la filiera corta, i prodotti bio e quelli rispettosi dell’ambiente e delle persone. Solidale perché guidato dal concetto di solidarietà: nei confronti del gruppo, dei lavoratori, dei produttori, dell’ambiente, dei popoli del sud del mondo e di coloro che subiscono le conseguenze inique del nostro modello di sviluppo.
Ma arriviamo alla pratica. Come funziona un Gas concretamente? Ecco la mia esperienza.
Una volta trovato il Gas più vicino a casa (nel mio caso si tratta del Gas Utopia San Paolo presso La Città dell’Utopia, in zona San Paolo a Roma) e aver avuto un primo contatto con i soci ho partecipato alle prima riunione di presentazione e sono entrata a far parte del gruppo e della mailing list del Gas. Come gasista periodicamente ricevo le liste dei prodotti che si possono acquistare con i relativi prezzi e i giorni di consegna. Invio quindi per mail la mia lista della spesa al referente di turno (ognuno, all’interno del Gas, ha il proprio ruolo ed è responsabile del proprio ordinativo) e il giorno della consegna vado a ritirare la spesa al Casale. Anche in questo caso si basa tutto sulla fiducia e sulla condivisione: ognuno con la propria chiave ritira la propria spesa (e lascia quella degli altri), paga autonomamente, si prende il proprio resto, riporta le cassette e i contenitori che possono essere riutilizzati. Tutto in totale autonomia.
La gamma di prodotti è ampissima: dalla frutta e verdura all’igiene per la casa, dal pesce ai cosmetici, dal riso e legumi alla carne… e sì, praticamente la spesa la si può fare anche solo tramite Gas. Sai cosa compri, da chi lo compri e chi aiuti comprando, acquisti a prezzi vantaggiosi (grazie alle grandi quantità e alla filiera corta) ma, sopratutto, instauri relazioni umane che vanno ben oltre il rapporto produttore/consumatore. Attorno ai Gas ruotano infatti storie e persone che hanno fatto della consapevolezza un mantra e che quotidianamente scelgono da che parte schierarsi. E la parte è quella del bene comune.
Il Gas offre inoltre tantissime occasioni di incontro, confronto e anche formazione: oltre alle periodiche riunioni dei gasisti, molto spesso, al Casale si svolgono serate riguardanti culture diverse dalla nostra, consumo critico, autoproduzione, modelli di sviluppo equilibrati, sostenibili, giusti.
E infine, a quanti mi chiedono se far parte di un Gas è complicato o impegnativo, rispondo semplicemente che per me è molto più complicato rinchiudermi in un supermercato, molto più noiosa la coda alla cassa, molto più stressante la ricerca del prezzo e la lettura dell’etichetta, molto più deprimente la consapevolezza di incentivare un mercato che schifo.
Letture consigliate:
www.economiasolidale.net il sito per conoscere il mondo dei Gas e scoprire dove sono situati (o come crearne uno).
Cresce la spesa di gruppo, Gas aumentati del 400% dal 2008, articolo AdnKronos del 12 ottobre 2014
La Città dell’Utopia, il progetto del Servizio Civile Internazionale, cui è stato affidato il Casale Garibaldi di San Paolo e di cui fa parte il Gas Utopia San Paolo.